PERCORSO Sintomi dei figli
(online)
Caro genitore se hai un figlio (minore di 18 anni) con un problema di salute, un disturbo del comportamento, una difficoltà, questo è ciò che stavi cercando.
Per noi che siamo genitori nel pieno delle loro funzioni e sfide, ci sentiamo privilegiati e grati di poter essere di aiuto a tantissime famiglie con questo servizio di Ascolto Biologico. Siamo in una epoca in cui questa antica istituzione vive una crisi profonda e richiede un impegno immenso da parte dei genitori. La “malattia”, una crisi di un figlio può costituire una fonte di paura e ansie mettendo ancora più sottostress le dinamiche familiari e di coppia a partire per esempio dalle scelte terapeutiche per il figlio.
Ti proponiamo un percorso specifico rivolto ai genitori. E solo ai genitori…
E’ raccomandata e auspicabile la presenza della mamma e del papà ma nel caso fosse impossibile, si potrà realizzare il percorso anche attraverso un solo genitore. Il figlio non sarà mai presente alle sessioni e non sarà direttamente coinvolto nel percorso. Lui ne godrà solo i benefici!
E’ un cammino che molti genitori hanno già intrapreso con successo e soddisfazione. Un cammino che una volta iniziato non finisce più… Una cammino di trasformazione dei genitori che permette di toccare con mano quanto possiamo fare per la salute e il benessere dei nostri figli.
Consulenza individuale
COME SI SVOLGONO LE SESSIONI: online
QUANTO DURANO: 60 minuti
A CHI SI RIVOLGONO? per chi vuole ascoltare un sintomo fisico o un disagio emotivo di un figlio e trovare una risposta definitiva e profonda. A chi ha necessità di personalizzare l’orario in base ai propri impegni quotidiani.
QUANTI INCONTRI SONO NECESSARI? Non ci sono obblighi. Ma poiché è un vero e proprio percorso che propongo, normalmente sono necessari 3 – 4 incontri che si svolgono nell’arco di circa due mesi. Questa modalità permette di personalizzare totalmente il percorso, in base alle esigenze e circostanze dei genitori e alle disponibilità della nostra agenda.
Terminati i tre incontri rimarremo in contatto via email.
Ogni consulenza individuale ha il costo di 110 euro
Puoi o potete anche scegliere il Pacchetto di 3 consulenze al costo di 330 euro
ricevendo in dono la guida per IL DIARIO DEI SINTOMI
Vuoi APPROFONDIRE ?
il corpo dei nostri figli ci parla di noi genitori
L’Ascolto dei sintomi dei bambini si inserisce in una visione olistica dell’essere umano inteso come olos, non solo in quanto un tutto di corpo mente emozioni ma anche in quanto un tutto con le persone con cui ha una relazione affettiva, primi fra tutti mamma e papà. Nell’Ascolto dei sintomi dei bambini l’interconnessione del bambino con la mamma, e con il papà, diventa un elemento chiave.
Mi riferisco a ciò che la fisica quantistica ci spiega attraverso la legge dell’entanglement[1] secondo la quale due particelle in origine correlate tra loro e poi separate mantengono un’interconnessione indipendentemente dalla distanza che può venire a crearsi tra loro. Dopo averle separate e allontanate, se si inverte il senso di rotazione di una delle due istantaneamente anche l’altra inverte il suo.
Questo significa che due particelle che hanno interagito tra loro non sono più considerabili separabili, bensì diventano un sistema unico, e continuano a influenzarsi anche se distanti. Potremmo dirlo anche così: due esseri umani che hanno interagito tra loro non sono più considerabili separabili e continuano a influenzarsi anche a distanza. Il livello di interconnessione sarà molto più forte tra gli esseri umani che hanno, o hanno avuto, una relazione affettiva. Quanto più la loro relazione è stretta tanto maggiore sarà l’entanglement.
Tra un genitore e un figlio, poi, il livello di entanglement sarà fortissimo. Proviamo a immaginare l’interconnessione che si crea tra madre e figlio durante la gravidanza, l’allattamento e in generale i primi mesi di vita! Numerosi sono i casi in cui la mamma, pur trovandosi lontana anche migliaia di chilometri, improvvisamente percepisce che al figlio sta succedendo qualcosa.
Personalmente non posso dimenticare le volte in cui, durante il periodo di allattamento dei nostri figli, mentre ero fuori casa sentivo arrivare la montata lattea. Allora chiamavo per telefono e puntualmente mi veniva detto che il bambino non stava bene o stava piangendo da un po’ e nulla sembrava calmarlo.
Così come la mamma sente quello che vive il bambino, così quest’ultimo sente quello che vive la mamma. Ben sappiamo, ed è comune buon senso constatare, che se la mamma è agitata il bambino lo percepisce e, per esempio, il suo sonno o la sua digestione ne risentono. Eppure quando vi è un sintomo che riguarda il bambino comunemente si cerca un rimedio da dare al bimbo mentre sarebbe molto utile prendersi cura anche della mamma.
Ascoltare, per esempio, l’agitazione della mamma (che il bambino sente e manifesta), aiutarla a riconoscere da dove viene, cosa la provoca e poi accompagnarla nel trovare una soluzione.
Martina, una bimba di nove mesi, da quando era venuta al mondo non aveva mai dormito per più di tre quarti d’ora di fila. Una situazione che era diventata insostenibile per la mamma, e di conseguenza per tutta la famiglia. Non serviva alcun tipo di rimedio e la mamma si sentiva sfinita, ed esasperata.
Emozionante è stato il momento in cui, durante un lavoro di Ascolto che abbiamo fatto insieme, i genitori hanno preso coscienza che la bambina non si abbandonava al sonno e rimaneva in un continuo stato di allerta semplicemente perché non poteva farlo: avvertiva l’inquietudine della mamma, il suo non essere in pace, la sua agitazione che attivava in Marina un perenne stato di simpaticotonia nel quale è impossibile entrare nella fase più profonda e rigeneratrice del sonno e si è soggetti a continui risvegli.
Durante l’esperienza di Ascolto ho chiesto alla mamma di Martina: “Cosa nel tuo cuore ti agita, cosa non ti permette di rilassarti?” Quando pongo le domande ai genitori chiedo sempre di rispondermi “la prima cosa che viene, può essere un ricordo, un’emozione, una sensazione fisica o il nome di una persona”. Questo permette che la risposta non sia mediata dalla mente.
Mentre gli occhi le si riempivano di lacrime la mamma di getto rispose: il mio senso di colpa. Che poi in un secondo momento emerse essere legato alla gravidanza e al parto di Martina.
Ricordo l’espressione della mamma quando ha fatto questa presa di coscienza, e quella del papà che era accanto a lei. Come se per un attimo tutto si fosse fermato. E si fosse aperta una possibilità, inaspettata. La possibilità per la mamma di sciogliere quel senso di colpa che, senza che se ne rendesse conto, non le permetteva di rilassarsi e godersi la sua bambina. Così è stato.
Da lì in avanti Martina ha potuto gradualmente uscire dal suo stato di allerta e abbandonarsi a un sonno ristoratore con il conseguente benessere della mamma e di tutta la famiglia. I sintomi di Martina, la sua difficoltà del sonno, avevano portato alla luce un profondo dolore della mamma e ne avevamo permesso la trasformazione.
Così come è successo ai genitori di Luca. Un bimbo di 6 anni che a dire dei genitori aveva perennemente la tosse. Una tosse laringea ormai definita cronica. Una tosse che sembrava “togliergli il fiato”, la definiva la mamma. In un profondo lavoro di Ascolto, la mamma ha potuto prendere coscienza dello stato di paura in cui da anni viveva.
Una paura che le toglieva il fiato, e che durante il processo di Ascolto aveva potuto sentire chiaramente nel corpo, e in particolare nella gola. Nel toccare quella paura ha cominciato a tossire, così come faceva Luca.
A quel punto mi disse: voglio liberarmi di questa paura, perché il nostro Luca possa stare meglio!
La trasformazione della paura da parte della mamma, con l’aiuto del papà, ha permesso quello che la fisica quantistica, attraverso la legge dell’entanglement, dimostra: se si inverte il senso di rotazione di una delle due particelle istantaneamente anche l’altra inverte il suo.
Nella misura in cui la mamma ha cominciato a stare meglio, anche la laringe di Luca ne ha beneficiato.
In altre parole possiamo dire che il bimbo sente quello che la mamma sta vivendo, i suoi sintomi lo manifestano, lo portano alla luce e nella misura in cui la mamma sta meglio, anche il bimbo migliora le sue condizioni.
In particolare i sintomi cosiddetti cronici portano alla luce vissuti e sentiti spesso inconsci o di cui la mamma non si sta occupando, o rispetto alla quale sta resistendo. I sintomi dei bambini diventano in un certo senso una richiesta da parte dei bimbi nei confronti di mamma e di papà, di occuparsi del proprio star bene in un preciso ambito della loro vita. E quando questo avviene anche il bambino comincia fisicamente a stare meglio.
Ecco perché affermo che i sintomi dei nostri figli ci riguardano intimamente: il corpo dei nostri figli ci parla di noi genitori!
Alla luce di tutto questo il nostro ruolo rispetto alla salute dei nostri figli diventa centrale. E l’Ascolto dei sintomi dei figli diviene un ottimo strumento (che non esclude nel modo più assoluto qualunque tipo di cura medica!) per aiutare noi genitori e i nostri figli a stare meglio.
Non solo. L’attitudine e la pratica dell’Ascolto dei sintomi dei figli trasforma la paura e il senso di impotenza nei confronti della cosiddetta malattia in forza e stimolo ad agire per favorire lo star bene di tutta la famiglia.
Quello che sperimento quotidianamente è che di fronte a un sintomo del proprio bambino, oltre a consultare il pediatra, i genitori possono fare moltissimo. Mettersi in Ascolto di quello che il sintomo sta dicendo prenderne coscienza e agire nel proprio quotidiano per mettere in atto quella trasformazione che il corpo dei loro bambini indica come necessaria.
In questo modo la paura della cosiddetta malattia si trasforma in stimolo, stimolo per i genitori a stare meglio nella propria vita a beneficio di tutta la famiglia. E della salute fisica dei figli.
[1] Il fenomeno dell’Entanglement – lett. Intreccio- venne ipotizzato per la prima volta nel 1926 da Erwin Schrödinger ed è stato verificato sperimentalmente dal fisico francese Alain Aspect.,